Fili spinati

Pietro Bartolo, Nancy Porsia e Valerio Nicolosi

Incontro con PIETRO BARTOLO, VALERIO NICOLOSI e NANCY PORSIA.
Modera Antonio Meloni

I libri dell’incontro:

Le stelle di Lampedusa, di Pietro Bartolo (Mondadori, 2019)

Quando Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, vide Anila per la prima volta rimase di sasso. Quella bambina non avrà avuto più di dieci anni. Che cosa ci faceva in una nave piena di naufraghi disperati? L’arrivo a Lampedusa per Anila era un nuovo punto di partenza verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma «da qualche parte in Europa» e salvarla. Pietro Bartolo accetta di accompagnare Anila lungo questo suo nuovo percorso. E, attraverso i suoi occhi, si proietta dentro l’interminabile incubo dei tanti migranti bambini, permettendoci di toccare con mano che cosa c’è davvero dall’altra parte dell’«allarme immigrazione».

Lacrime di sale, di Pietro Bartolo e Lidia Tilotta (Mondadori, 2019)

Pietro Bartolo è il medico che da oltre venticinque anni accoglie i migranti a Lampedusa. Li accoglie, li cura e, soprattutto, li ascolta. Queste pagine raccontano la sua storia: la storia di un ragazzo mingherlino e timido, cresciuto in una famiglia di pescatori, che si è duramente battuto per cambiare il proprio destino e quello della sua isola. Alla sua storia si intrecciano quelle disperate e struggenti di alcuni dei tanti migranti che ha incontrato, protagonisti della più grande emergenza umanitaria del nostro tempo.

Il gioco sporco. L’uso dei migranti come arma impropria, di Valerio Nicolosi (Rizzoli, 2023)

Valerio Nicolosi, giornalista, regista e reporter, è stato il primo ad arrivare in Ucraina per descriverne la tragedia, atterrando a Kiev un giorno prima dell’attacco russo che ha aperto la guerra. Da lì ha dato voce alla resistenza ucraina e ha raccontato l’esodo di donne e bambini verso la Polonia e l’Europa. Una rotta migratoria organizzata dalle autorità e sostenuta con generosità da cittadini e associazioni, ma che nasconde la stessa minaccia implicita delle rotte nei Balcani e nel Mediterraneo: è il «gioco sporco» che l’autore di questo libro ha visto fin troppe volte, in troppe parti del mondo, messo in piedi da alcuni governi sulla vita di migranti in fuga da conflitti armati, persecuzioni, carestia e povertà. Dalle coste dell’isola di Lesbo a Trieste, da Mariupol a Cracovia, dalla Turchia alla Libia, dai Balcani alla Sicilia, le vite di persone disperate – pronte a rischiare tutto pur di avere anche solo l’occasione di un futuro decente – vengono usate ogni giorno come mezzo di pressione geopolitica o di vero e proprio attacco non convenzionale.

Mal di Libia, di Nancy Porsia (Bompiani, 2023)

Nancy Porsia arriva per la prima volta a Tripoli il 4 novembre 2011, due settimane dopo la morte di Muammar Gheddafi, con la netta sensazione di aver mancato un appuntamento con la Storia. Per un anno viaggia tra Nord Africa, Europa e Medio Oriente alla ricerca di storie da raccontare, ma poi è a Tripoli che ritorna e decide di stabilirsi, diventando l’unica giornalista italiana di base in Libia a scrivere di un paese che, giorno dopo giorno, diventerà anche il suo. Da lì racconta i grandi intrecci della politica, tra colpi di stato e interferenze dei servizi, gli sviluppi della guerra civile, le dinamiche complesse tra rivoluzionari e nostalgici gheddafiani, e poi la tragedia epocale delle migrazioni: dalle strade di Tripoli alle coste di Sabratha, per anni fa la spola tra le case dei trafficanti, le carceri stracolme di migranti catturati nel loro transito verso l’Europa e le spiagge grondanti cadaveri.

(La foto di Valerio Nicolosi è © Pietro Baroni)

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  • CODRONGIANOS
  • Area festival di Saccargia
  • Venerdì 28 luglio
  • 22.00

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